Segrate, 13 aprile 2017
Fu Alessandrini, il sindaco uscente, poco dopo la votazione di ballottaggio che nel giugno 2015 vide Paolo Micheli prevalere di misura, ad aprire la stagione degli insulti livorosi, dando a Paolo l'epiteto di "pretino".
Non fu mai chiarito se intendesse bollarlo come ragazzo d'oratorio ingenuo se non addirittura allocco, oppure se ironizzava su presunti atteggiamenti da predicatore o moralizzatore.
Il termine "pretino" dopo un po' fu abbandonato e via via sostituito, dall'ex sindaco o dai suoi solidali sostenitori, da una serie di "misero", "incapace", "bugiardo" e altri come quello, usato più volte, di "sindachino".
Il recente volantino firmato da tutto il centro destra ha indicato Paolo come Sindaco Pinocchio, raffigurandolo, per non lasciare adito a dubbi, con orecchie d'asino, mentre un precedente comunicato aveva indiziato Micheli e la sua giunta di "incompetenza, ignoranza, inconsapevolezza, supponenza e arroganza".
Infine, proprio l'altro ieri, il consigliere Airato, capogruppo di "Alessandrini per Segrate", in un commento su una pagina Facebook ha affibbiato a Paolo dell'ominicchio.
Questo termine ha una sua dignità culturale assicuratogli da Leonardo Sciascia che nel romanzo "Il giorno della civetta" mette in bocca al boss mafioso Don Mariano Arena una classificazione dell'umanità in base a suoi personali criteri. Il mafioso indica cinque categorie, partendo dagli "uomini" veri (pochi, sostiene il boss), scendendo fino a "quaquaraquà". Gli ominicchi, che secondo il boss sono "bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi", stanno al terzo posto; c'è quindi di peggio ma è difficile pensare che ominicchio sia un complimento.
Segrate Nostra in cinque anni passati a far l'opposizione in consiglio comunale, quattro mesi di campagna elettorale, due anni di amministrazione non hai mai usato un termine offensivo in nessuna delle centinaia di comunicati, interviste, interventi sul web.
Continueremo a comportarci così, a volte con ironia ma senza insultare, riportando i fatti ed esprimendo le nostre opinioni tranquillamente e, tutte le volte che ci riesce, con un sorriso.
Segrate Nostra